Andrea Labanca

Andrea Labanca è uno dei molti ibridi “geografici” della società moderna: nato nella periferia di Milano alla fine degli anni Settanta, ma fiero delle sue origini lucane di cui conserva lo spirito anarchico e indipendente, vive oggi a Milano dopo aver girovagato per qualche tempo. Appassionato di musica e pittura, a tredici anni imbraccia la chitarra contro il pregiudizio della famiglia. Dopo gli studi magistrali si iscrive alla Facoltà di Filosofia dove si avviluppa alla filosofia della scienza, in particolare alle lezioni del Professor Giorello e alla logica (soprattutto probabilistica: sì, no, forse!) affiancando allo studio universitario la passione per lo spettacolo sia come artista che come operatore (Accademia della Scala, MTV, Teatro della Cooperativa, Bebo Storti, Massimo Coppola).
Si laurea in Filosofia della Scienza con una tesi su Albert Einstein (“Tempo e simultaneità: una definizione”).
Dal 1998 al 2003 fonda molte band partendo dalla formazione trio ad arrivare a band di cinque elementi che riscuoto un certo successo locale.
Nel 2005 pubblica il primo E.P. “I Pesci ci Osservano” in versione cantautoriale: cinque pezzi chitarra, voce e sinth e alcuni strumenti elettronici e il piano del già compagno di viaggio Guido Baldoni.
Questo demo lo porta alla conoscenza di Dario Zigiotto che lavorerà da allora al fianco del cantautore curandone la comunicazione.
Nel 2006 Andrea Labanca incontra Paolo Ciarchi, ne nasce una rapporto artistico intenso, in cui i giochi linguistici e teatrali del cantautore vengono inseriti in una gabbia teatrale e di d’improvvisazione molto più ampia e complessa.
Andrea Labanca chiama Paolo Ciarchi “Il lungo sguardo” come Adorno aveva definito Gustav Mahler.
In effetti Paolo Ciarchi guida la composizione e l’espressione artistica verso una totale liberazione dalla forma canzone o dalla messa in scena del concerto rock.
Paolo Ciarchi lancia anche divcrsi spunti nel lavoro di Andrea Labanca esasperandone una certa propensione all’agè, all’improvvisazione.
Nel 2008 Tino Seghal sceglie Andrea Labanca per la performance “This is critique!” all’interno della personale dell’artista tedesco allestita alla Villa Reale di Milano da Massimo Gioni per la Fondazione Trussardi.
Nel 2009 viene pubblicato “I Pesci ci osservano”, dieci pezzi a raccontate l’ineffabile senso di perdità e irrequietezza del passaggio di epoca. Le canzoni hanno una forte propensione verso il surrealismo anche quando i fatti raccontati sono strettamente vicini o attuali. Dal cappotto di Hemingway a La Bambola afgana la realtà diventa una scusa per viaggiare nella letteratura e nella costruzioni di mondi altri, sia linguistici che di immaginario. Non manca l’amore anche se deriso per la sua fattualità come in “Amai”: l’amore è un equivoco di scrittura “Il passato di amare è amai, ogni bacio tradito ogni bacio rubato, è un a mai più”.
L’album è lanciato dal video “Ho le borse sotto gli occhi” canzone che racconta con una profetica ironia la tragedia di un uomo che gioca in borsa ma poi non riesce a trovare lavoro, fino ad arrivare a supplicare un magnate cinese di assumerlo a fare “involtini primavera”.
Inizia un tour che sembra non finire mai con diverse formazioni: terzetto (con Paolo Ciarchi e Guido Baldoni), coppia e spesso chitarra e voce.
Le date vanno dai Teatri, ai centri sociali, dalle mostre al perfomance nei locali blasonati, da Parigi a San Francisco.
In ordine sparso e non completo: Diavolo Rosso Asti, La casa 139 Milano, Casa del Jazz Roma, TeatroI, Teatro Binario7 (Monza), La Goutierre, Parigi, House of San Francisco, Leoncavallo, Beba do Samba, Magnolia.
Nel giugno 2010 “I Pesci ci Osservano” diventa disco della settimana di Fahrenight durante la settimana di programmazione dedicata ai Rifugiati politici e condotta da giornalisti stranieri.
Nell’agosto 2011 Andrea labanca partecipa al concerto in omaggio a Enzo del Re tenutosi a Mola di bari al fianco di Vinicio Caposela, Tetes du Bois, Teresa De Sio, Alessio Lega, Rudi Assuntino e molti altri.
Nel 2011 partecipa alla campagna in favore dell’acqua pubblica con un pezzo intitolato “La memoria dell’acqua” che riscuote un certo successo nelle radio locali e web, fino ad arrivare nell’ home page di Repubblica.
http://video.repubblica.it/dossier/referendum-2011/la-memoria-dell-acqua-il-videoclip/70363/68717
Nel settembre 2011 partcipa alla produzione teatrale “Maria” del TeatroI, testo di Aldo Nove e regia di Renzo Martinelli. Qui compone le musiche insieme a Guido Baldoni, direttore musicale del progetto.
Nel ottobre 2011 parte in via sperimentale il nuovo progetto di Andrea Labanca formare una band con Guido Baldoni, la Fisheye band, Il progetto parte con Guido Rolando “Giubbonsky”, Francesco Piras, Fabio Bado (già componenti della Contrabbanda), nel marzo 2012 si aggiunge a loro Martina Milzoni al basso.
A marzo la Fisheye band inizia a provare nuovi pezzi di Andrea Labanca. Dopo una prima fase arriva la produzione artistica di Gianluca De Rubertis che secondo Andrea Labanca è la persona giusta per guidare il nuovo sound della band verso contaminazioni più “sixteen” ed internazionali.
Nel Gennaio 2012 si conclude formalmente il tuor de “I Pesci ci Osservano” alla Casa del Jazz di Roma all’interno della manifestazioni gli.-… La formazione è quella delle grandi occasioni Andrea Labanca, Il maestro Paolo Ciarchi, Guido Baldoni. Il concerto è un gran successo e sono presenti molti giornalisti romani e operatori del settore.
Nel Febbraio 2012 Andrea Labanca si inventa “Labanca non va Sanremo” video in cui dichiara, sulle scie delle polemiche sulle scelte del festival, il video ha un certo successo mediatico, così Andrea diventa il commentatore di SanRemo per “Affari Italiani” con una rubrica giornaliera sul sito d’informazione. Una curiosità l’altra commentatrice è….
A luglio 2013 Andrea labanca entra in studio di registrazione con la Fisheye band e la produzione artistica di Gianluca De Rubertis ne nasace dopo una settimana “Carrozzeria Lacan”.
L’album è fondamentalemente la risposta, anzi la risposta, alla domanda “Cosa fare nel caso che tu abbia perso tutto e nessuno te lo aveva detto. Dieci risposte non pratiche.”
Il disco si articola fra la classica ironia dissascrante (vedi Lacan, Il sogno di Jaques e Mormorano i Cormorani) e una tensione più epocale più cruda verso la realtà e la sua descrione (Perderesti tutto, Tintinà), ma il messaggio comunque è di lotta per la sopravvivenza (La via dell’amore, Dove vado, Soli). L’amore per la sopravvivenza che guida sempre le cose del mondo.
“Amore è una parola che fa paura agli autori di oggi, purtroppo questa parola è diventata sinonimo di uomo-donna, tensione sessuale. Oltre alla ristrezzettezza di questo concetto è errato da un punto di vista semantico. L’amore è forza ideale nel combattere per la sopravvivenza, per le cose in cui credi e per sognare un posto migliore rispetto a quello in cui vivi, per migliorarsi. È l’amore anche folle quello che guida sempre le cose del mondo. E l’amore per la sopravvivenza che affina le strategie di sopravvievenza di tutti gli esseri.
Se dovessi definire questo disco lo definirei post-moderno nel senso che cerco di parlare bene delle cose che fanno schifo. Mi piacerebbe che chi lo ascoltasse dicesse “ Figo questo disco è come camminare a New York: sembra di vedere un porno shop di fianco ad una tempio buddista e vicino un clochard che raccoglie champagne da un bidone della spazzatura.”

Carrozzeria Lacan

Carrozzeria Lacan

I Pesci ci osservano

I Pesci ci osservano

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