Due nuove opere di Paolo Coggiola

30 09 2022 | Novità Editoriali

Due nuove opere di Paolo Coggiola, compositore milanese, escono con le edizioni Preludio: i Responsoria in Sabbato Sancto, per coro misto a cappella, e Quatre Chansos de Ronsard, per ensemble.

Nella breve intervista a Paolo Coggiola, ecco come ci descrive questi suoi due nuovi lavori.

Paolo, con la prima opera hai musicato i Responsori del Sabato Santo. Ci racconti dal punto di vista della tecnica compositiva in che modo hai lavorato?

Nel musicare i testi dei Responsori del Sabato Santo mi sono dato due linee guida: conservare la rigorosa forma liturgica del genere, con le sue ripetizioni letterali di ampie porzioni del testo, che diventano ancora più pregnanti nella forma circolare richiesta dai brani conclusivi di ognuno dei tre “notturni”, con effetti forse quasi ipnotici per la nostra sensibilità contemporanea, e, per contro, cercare di interpretare i testi, con la loro impressionante forza verbale, in maniera narrativa, oserei dire quasi cinematografica, accogliendo anche echi sonori di una musica medio-orientale che potrebbe essere semplicemente immaginaria. Nel realizzare ciò non ho fatto altro che pormi in fondo in una dimensione di continuità con le antiche tecniche dei “madrigalismi” che permeavano la musica polifonica del passato.”

C’è qualcosa che ti ha ispirato in particolare?

Certamente, oltre a questo, vi  è pure un legame espressivo che attraversa tutti i brani del ciclo: da questo punto di vista mi sono lasciato guidare da una particolare suggestione, non voglio dire “interpretazione”, che sarebbe del tutto fuori luogo, della “sceneggiatura” dell’ultima parte dello straordinario “film” della Settimana Santa: quella per cui la frequente violenza e desolazione delle immagini e delle espressioni verbali tradiscano un’incomprensione degli eventi da parte degli amici di Gesù, che all’indomani della crocifissione sembrano abbandonarsi agli umanissimi sentimenti di rabbia e di lutto per la sua morte, senza comprenderne ancora il messaggio di redenzione. In questa prospettiva mi piace pensare anche a un richiamo all’uomo contemporaneo, al suo rimanere spesso legato alla pura immanenza, materialità dell’esistenza, anche se in una maniera a volte emotivamente, drammaticamente intensa, ma faticando molto a porsi in una dimensione di pura trascendenza.”

Ci dici qualcosa invece sulle Quatre Chansons de Ronsard?

In questo ciclo vocale vi sono tre brani per voci soliste e uno, quello conclusivo, che le vede unite. Nel mettere in musica alcuni testi del poeta rinascimentale francese Ronsard, che muove da una posizione petrarchista per giungere a un’idea quasi sensoriale (e sensuale!) del verso, ho cercato di realizzare delle vere e proprie canzoni sospese tra passato e presente, così come avevo già tentato di fare nei miei Due sonetti di Dante. Ma qui il gioco è più scoperto, con ritmi che richiamano da vicino l’odierna popular music, cui si sovrappongono, sebbene in filigrana, schemi compositivi antichi quali la “romanesca”, la “follia”, il passamezzo. Il tempo e il tempo della musica, due mie ricorrenti ossessioni, nella convinzione che la musica classica contemporanea possa parlare ancora a tutti alla sola condizione del dialogo con la memoria e con l’immaginario dell’uomo odierno, aliena il più possibile da qualsiasi forma di isolamento e di autoreferenzialità. Parlare una lingua franca, comprensibile, quotidiana da una parte, inseguendo però l’intensità espressiva, sempre, ad ogni costo, pena il fallimento del comporre. In questo senso, la struggente eleganza di Ronsard, posta come un velo su un palpitante desiderio, mi sembra ancora molto attuale e suggestiva.”

Due nuove opere di Paolo Coggiola

Tra le opere per coro a voci mista di Paolo Coggiola, segnaliamo la Missa Brevis:
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