Mosaici

Mosaici è un polittico di dodici brevi composizioni. Il brano resta un’arcata sola, e non avrebbe senso estrapolare numeri ed eseguirli singolarmente o in parte. Sullo sfondo resta il legame con gli incredibili mosaici di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, che ebbi la fortuna di visitare anni fa.

Era la fine di agosto, tutta l’autostrada era bloccata per centinaia di chilometri a causa del rientro post vacanze. Presi del tempo per me e visitai questa chiesa. Il contrasto con il traffico rumoroso dell’autostrada, la solitudine nel tempio e i colori trasfigurati dell’opera mi crearono le prime idee musicali per questo ciclo.

Non entrerò nei dettagli, seppur molto numerosi, che all’interno dello spartito sono legati a parti del mosaico. Dirò solo che le dodici sezioni sono le dodici pecore che stanno alla base dell’abside, e che in ognuno dei pannelli riecheggiano sensazioni visive o emotive che ricordo da allora.

Nei verdi e negli azzurri cangianti si potrà cercare qualcosa. Ma non voglio che questa risulti musica prettamente descrittiva. Può benissimo stare in piedi da sola, e l’interprete potrà trovare altre vie, cosa di cui sarò ben felice.

“Mosaici” indica soprattutto il modo con cui ho cercato di costruire il tessuto musicale: accostando tessere armoniche, forme diverse, cellule ritmiche e melodiche. A livello esecutivo l’uso del pedale e la ricerca del suono sono fondamentali per una resa complessiva dell’amalgama. Ho segnato solo i pedali e le diteggiature che ritengo fondamentali, confidando nell’esperienza e nel fiuto dell’interprete, cui va, già ora, il mio saluto più cordiale.
Enzo Sartori, Crodo, 11 dicembre 2018